giovedì 31 maggio 2012

La dolcezza della resa

Molti uomini stabiliscono l’intensità della punizione in proporzione alla quantità e alla gravità delle infrazioni delle proprie compagne. Razionale e salomonico, ma con me non funziona. Perché la punizione mi coinvolga, io devo essere portata al limite.
Questo implica una lunga sessione di colpi vibrati con fermezza ed in rapida successione, che mi fa sperimentare tre fasi diverse.
Prima fase: ho ancora il dominio delle mie emozioni, le prendo con dignità, mantenendo la compostezza, e la posizione senza oppormi.
Quando il dolore si fa più intenso, entro nella seconda fase: comincio a muovermi, ad agitarmi, a gemere e ad opporre resistenza. A volte comincio a piangere.
Malgrado le apparenze, nella fase due non ne ho ancora avute abbastanza: il “lavoro” non è ancora concluso.
Interrompere la disciplina in questa fase impedisce il raggiungimento del risultato desiderato.
La terza fase è quella in cui arrivo al limite. Il mio atteggiamento cambia: tremo leggermente ma non mi agito più, non combatto né gemo, di solito piango sommessamente.
In quei momenti avverto una sensazione di intima resa, di grande tranquillità, quasi di trance.
Il mio corpo e la mia mente si sono completamente sottomessi all’autorità di mio marito. Appena tutto finisce, avverto l’urgenza di compiacerlo e di avere la sua approvazione, ho un forte bisogno della sua protezione e di intimità fisica con lui.
Dal punto di vista fisico ho generalmente il culetto bello rosso e dolorante per almeno un paio di giorni.

mercoledì 30 maggio 2012


Dura lex, sed lex!

Fino al 1963 era in vigore in Italia lo ius corrigendi, ovvero il diritto del  marito di punire, anche fisicamente, la moglie ritenuta responsabile di errori, con lo scopo appunto di “correggerla” .

Oggi questo diritto giuridico non esiste più. Credo sia un peccato per me e per altre donne che credono fermamente nel diritto del marito di correggerle, e nel proprio dovere di essere disciplinate dall'uomo che amano e di cui si fidano.

Cancellare del tutto lo ius corrigendi coniugale equivale a mettere fuori legge uno strumento importante del percorso di crescita di tante coppie, che, anche se adulte e consenzienti, per praticarlo devono nascondersi.

Il fatto che alcune mogli, senza obblighi di legge e di propria spontanea volontà, si sottomettano alla disciplina che i loro mariti giudicano più idonea per loro, dimostra che questa opera di correzione puo' avere una valenza positiva ed essere desiderabile e desiderata.

Personalmente non mi dispiacerebbe una riedizione dello ius corrigendi, con delle importanti modifiche:
- la possibilita' per le coppie che lo desiderano di includerlo fra i doveri coniugali,
- la possibilita'di esercitarlo liberamente e alla luce del sole, senza tabu' o pregiudizi, come si esercitano tutti gli altri doveri nel matrimonio,
- l' opportunita' di concordare fra coniugi come, quando e perche' praticare una sana e consensuale disciplina domestica.

martedì 29 maggio 2012

Errori ripetuti

Ieri sera ho detto a Daniele che ero arrivata in ritardo al lavoro, e lui mi ha fatto la solita ramanzina. Poi mi ha punito con la spazzola: trecentocinquanta colpi ben assestati. È stato particolarmente severo, perché questa del ritardo sta diventando un’abitudine.
So che odia dovermi ripetere le cose, e vedermi rifare sempre gli stessi errori.
È colpa mia, io ho questo carattere a volte un po’ indolente, mi crogiolo a letto, o perdo tempo pensando ai fatti miei. So che è deluso, perché, malgrado mi punisca sempre per questo problema, io ci ricasco puntualmente.

A dire la verità, io ho un sacco di cattive abitudini. Per esempio, parcheggio l’auto in strada, e poi mi dimentico dove l’ho messa. La mattina successiva, vado su e giù per il vialone sotto casa, tentando disperatamente di ricordare dove sia. Non faccio attenzione alle cose. Venerdì ho lasciato la giacca in ufficio. Due settimane fa l’ombrello al ristorante. Lascio costantemente il cellulare scarico. Ovviamente, prima ero anche peggio.

Daniele ha deciso di adottare la tolleranza zero. Vuol dire che mi punisce per qualsiasi errore, anche il più piccolo. So che  a qualcuno farà effetto pensare che vengo disciplinata per aver dimenticato dove ho parcheggiato l’auto, o per aver lasciato scaricare il cellulare.
Ma è l’unica cosa che funzioni con me. Riesco a concentrarmi su queste cose solo per un tempo molto breve, e ho bisogno di promemoria continui…a colpi di spazzola.

lunedì 28 maggio 2012

Orgoglio Maschilista: Noël Coward

Ho preso in prestito dalla rete questo post...

Orgoglio Maschilista: Noël Coward: Noël Coward in Vite private del 1930 diceva "Certe donne si dovrebbero picchiare a intervalli regolari, come gong." Oltre a piegarmi in du...
Ho già scritto dell’aggressività femminile.

Sebbene ne sia circondata, mi sconvolge sempre. Non mi piacciono le donne che alzano la voce, che maltrattano o prendono in giro i loro mariti o fidanzati. Qualche tempo fa siamo usciti con un’altra coppia. Lui carino e beneducato, silenzioso e serio, lei esuberante e chiassosa. Dopo due giri di cocktail ha cominciato a denigrare le capacità amatorie del suo lui, mettendolo in imbarazzo. Poi è passata a descrivere i suoi errori, a prendere in giro i suoi amici e a denigrare i suoi interessi.

Mi sono chiesta: ma come fa ad amare il suo uomo, se in lui non vede un eroe?

E lui? Come fa a stare con una donna più spigolosa di un porcospino, sempre pronta all’affondo sulle sue debolezze?

Io ho bisogno di sapere che Daniele è superiore a me in tante cose, mi sembra che averlo sia un dono prezioso da custodire con amore.

Credo che tutta questa arroganza femminile spaventi gli uomini e faccia male ai rapporti. Credo che le donne debbano essere gentili e remissive. Ma non voglio fare la donna superiore: anche io ho avuto momenti in cui ero insopportabile ed arrogante.
La disciplina domestica mi è stata di grande aiuto in questo.

Con la DD, la  energia virile di mio marito prende il sopravvento sulle mie intemperanze. La sonora punizione e le lacrime che ne derivano spazzano via la mia arroganza e il mio falso orgoglio.
Durante e dopo  la punizione, mi ritrovo fragile, consapevole della mia inferiorità, bisognosa della sua protezione e del suo affetto.
Nulla più che essere disciplinata fino alle lacrime mi mette nello stato d’animo adatto per recuperare la mia femminilità, per sentirmi orgogliosamente sottomessa all’uomo che amo…
Stamattina sono arrivata in ufficio in ritardo.
Da qualche tempo mi capita ogni lunedì. Il weekend è intenso, e il lunedì mattina mi coglie sempre impreparata. Daniele mi ha ripetuto più volte di sbrigarmi, e io l’ho rassicurato. Staserà gli dovrò confessare che sono arrivata di nuovo in ritardo. Appena arrivata in ufficio, abbiamo avuto una riunione difficile.

Nel mio ufficio ci sono più donne che uomini, ma gli uomini hanno in generale un ruolo di maggiori responsabilità. Ci sono spesso discussioni accese, anche troppo per i miei gusti. Ho colleghe che stimo, sono donne intelligenti, hanno studiato, ma per conto mio sono miopi. Chissà perché vogliono a tutti i costi combattere gli uomini, anziché collaborare con loro. Si sprecano un sacco di energie in questo modo!

Io credo che si debba essere sottomese e obbedienti soprattutto al proprio marito. Ma penso anche che le donne della mia generazione si sono perse quella gentilezza e quella “morbidezza” che era il punto di forza delle nostre mamme e nonne.
Se fossimo più umili, obbedienti e rispettose dell’autorità maschile, credo che l’atmosfera in tanti contesti e nei luoghi di lavoro sarebbe migliore per tutti.

Credo che sia per la carriera, che certe donne sono sempre così aggressive con gli uomini, ma insomma! Io non sono mai stata una carrierista. Penso che il posto di una donna non sia lì. Sono loro il sesso forte, e questo è naturale!
Il potere è una cosa da uomini, le donne sono brave in altre cose.

Gli uomini sono più forti, più calmi, più razionali. Non ho voglia di farmi spremere come un limone per la carriera. Ci sono tante cose belle da fare, invece di tirare sera in ufficio! E poi, so che mi farò un sacco di nemiche, ma queste mie colleghe, così intelligenti, così sveglie e preparate, sono tutte sole! A furia di combattere con gli uomini per il potere, si sono dimenticate che è possibile (e bellissimo) amarli.

Io invece ho un uomo che mi ama, viviamo una storia bellissima e serena, dove io sto al mio posto, anche perché lui mi ci rimette con fermezza ogni volta che sbaglio

domenica 27 maggio 2012

Ieri è stata una giornataccia.
Avevamo i suoi a pranzo, per il suo compleanno. In queste circostanze divento nervosa. Avevo le patate sul fuoco, l’arrosto nel forno, ed un altro fornello con l’acqua della pasta. Sognavo di scodellare un pranzetto perfetto, e invece è finito in un disastro!

Ho dimenticato l’arrosto nel forno, la pasta si è scotta, e anche le patate si sono bruciate (da un lato solo, però!).

Non contenta del pasticcio, gli ho anche risposto male mentre cercava di consolarmi!
I miei suoceri hanno a fatica nascosto la delusione per il pranzo. Ho riordinato, ed intanto fremevo. Guardavo lui, e mi sembrava calmo e sorridente, ma solo io che lo conosco, sapevo che sarebbe andato al punto più tardi, una volta rimasti soli.

I miei suoceri sono andati via alle quattro. Io fingevo di lustrare un fornello già scintillante, quando lui mi ha detto: “vieni qui un momento, dobbiamo parlare”. Era il segnale. Mi sono avvicinata, col cuore che mi batteva forte. Questa è la parte più umiliante. Odio sentirmi dire che ho combinato un pasticcio, che l’ho deluso.
Lo guardo. Lui è calmo e pacato come al solito. Ha quasi finito di parlare. Mi chiede di andargli a prendere il tagliere di legno. Per questo genere di punizione, usa sempre quello, col dorso spesso e duro. Nel giro di poco mi ritrovo col sedere all’aria, sotto i colpi. 
Perdonami amore mio!
Eccomi qua.
Mio marito ed io pratichiamo la disciplina domestica. Sin dall’inizio eravamo d’accordo sul principio generale che l’uomo in casa debba comandare, e la donna obbedire. So che non suona molto moderno, ma a me piace così: mi piace un uomo che mi domini e non che si faccia comandare a bacchetta. Non troverei eccitante stare con un uomo che si fa dire da me cosa deve fare.
Lui in questo è perfetto: sembra nato per comandare e non gli piace affatto che io non gli ubbidisca. Il che, francamente, succedeva abbastanza spesso. Lo amo, però sono sbadata, disordinata, polemica e spesso troppo nervosa. Mi ritrovavo a rispondergli e ci tenevamo il muso per giorni, ognuno nel suo angolo.

Poi, la svolta.

La disciplina domestica. Adesso, se sgarro le prendo. E finalmente è tutto più semplice. Nessun risentimento da parte sua, io ho smesso di dire cose di cui mi pento, ed entrambi abbiamo smesso di lanciarci addosso recriminazioni. Ah, l’avessi scoperta prima!